domenica 29 gennaio 2012

Pagare il canone? Ridateci la Rai di un tempo - Corriere della Sera (Blog)

Gentile Severgnini, gentili Italians, come tutti gli anni mi sto accingendo a pagare il canone RAI. Mentre mi rigiro tra le mani la lettera dell'Agenzia delle Entrate, rimugino sulla RAI di un tempo, quella dei grandi sceneggiati, della grande prosa tramessa, se non ricordo male, il venerdì sera, le care antiche Tribune Politiche moderate da Jader Jacobelli e da Zavattini, ricordo - ero un ragazzo - le sfuriate di Pajetta, le arrighe di Michelini e le nostalgie sabaude di Covelli. Mah ... Certo, i tempi cambiano e bisogna guardare al futuro, non certo al passato. Penso alla RAI di oggi ed alle sue attuali, moderne trasmissioni politiche, e mi domando (e domando a voi): è meglio una serie di programmi faziosi, attraverso i quali ciascuna fazione è regolarmente presente, nessuna esclusa, e cura con passione di ingigantire la propria faziosità, o è meglio una serie di programmi ciascuno dei quali, pur partendo da una propria posizione, si sforzi di essere meno fazioso possibile? Nel primo caso ognuno di noi può scegliere l'informazione distorta che preferisce, sapendo di poterle trovare tutte - ugualmente distorte - col semplice uso del telecomando. Nel secondo caso troveremmo meno confortanti certezze sulla nostra bontà e sull'efferatezza della fazione avversa, e forse saremmo portati a porci qualche domanda in più. Qual è il più corretto pluralismo: cercare tutti di dire la verità come onestamente ci appare (sapendo che difficilmente ci si riesce, ma almeno ci si prova), o fare a gara col nemico a chi la spara più grossa? Propenderei per la prima soluzione, e con questa speranza vado anche quest'anno a pagare il mio giusto obolo alla cara RAI, sperando che, se non può far nulla sulle trasmissioni politiche, riesca almeno a renderci qualche bella commedia a teatro. [...]

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